Solo io lo sento?
Idee cercasi
Bene ragazzi, ho bisogno di voi, o rischio di impazzire. Lo scenario è questo: ho un elenco di punti su un piano, connessi da archi pesati. L’obiettivo è muovermi dal primo e visitarli tutti una sola volta, potendone a limite trascurare qualcuno, in modo “intelligente”. Le uniche informazioni che ho sono la distanza da un punto dai suoi adiacenti (e SOLO dai suoi adiacenti), più le coordinate geografiche del punto (latitudine e longitudine). Al momento, questi punti vengono visitati muovendosi dall’uno all’altro scegliendo ogni volta il più vicino, ma tenete bene in mente che NON È DETTO che per ogni punto ci sia un’adiacenza. Idee?
Ricominciamo
Si, ricominciamo da capo la tesi. Proverò a cambiare struttura dati, in modo che il riordino dei comuni non si blocchi. Se non mi viene in mente qualcosa di buono, e anche presto, sono nei guai.
Grazie mille.
Anche questo dovevate farmi. Grazie davvero.
Ma si, tanto…
Facciamoli pure, ‘sti tagli, tanto: l’Italia è in continuo sviluppo, sia informatico che tecnlogico; i ragazzini di oggi fanno un uso decisamente consapevole di computer e mezzi tecnologici… risparmiamo, che è meglio!
Non sperateci
È solo che dovevo fare qualcosa di buono, stasera, o davvero avrei avuto brutti pensieri. Ho sistemato le foto dello studio, aggiornato qua e la, aggiunto qualche nuova immagine di header. Dovevo finire la giornata a testa alta, non avevo alternative. Per il futuro chissà…
È passato troppo tempo
Quindi torniamo a deprimerci; se non ve la sentite, inizio io in modo da rompere il ghiaccio. Si, perché stasera mi sento triste, mentre avrei tutti i motivi per essere felice. Prendete la pubalgia, ad esempio: non solo pare essere nuovamente sotto controllo (fa male ma almeno il giorno dopo posso camminare), ma ora ho anche una piccola, piccolissima possibilitá (se ci sono medici in ascolto capaci di spiegarmi il rapporto tra pubalgia e denti del giudizio si faccia pure avanti). La casa? Tutto bene, gli amici la popolano, il giardino prende bene. Cosa caspita mi manca? Non lo so. E la cosa mi fa imbestialire.
La prima notte
Ed eccoci qua, alla resa dèi conti: dopo tanto parlare, tante speranze e tanti progetti, è arrivata la prima notte nella nuova casa. La sensazione, per me che sono tanto avverso ai cambiamenti, è stata decisamente positiva: come dicevo in una chiacchierata via MSN a mia cugina mentre ero nel mio nuovo letto, mi sono sentito più a casa li che nella vecchia, e sempre mel giudicata, dimora precedente. Il sonno, quello si, è stato interrotto un paio di volte di troppo, mai credo che la colpa sia più da imputare al letto in se (a una piazza, per me che sono abituato a una e mezza) che alla situazione. Pensate, non ho neanche avuto il celebre momento di smarrimento al risveglio. Insomma, forse è un pochino presto per dirlo: finalmente a casa. E se ho lasciato li il caricabatteria dell’iPhone qualcosa vorrà pur dire, no?
Lo studio
Ecco qui una carrellata del montaggio, tutto eseguito del sottoscritto, della scrivania e delle due librerie (anche se qui ne vedete solo una) che popoleranno il mio studio. Il tutto eseguito in un paio di giorni, senza grosse difficoltà, a parte un pezzo che mancava clamorosamente nella scatola e che mi è stato comunque fornito a tempo di record dal negozio (no, non mi va di far pubblicità). Comunque la soddisfazione, devo dire, è stata tanta.
…Perché stasera va così…
Avete presente quelle serate in cui il tempo passa senza che voi possiate, ma in realtà vogliate, farci niente? Dopo un gran bel pomeriggio passato con i cugini bresciani della mia dolce metà, i quali mi hanno involontariamente ricordato al mio lato che anche persone fino a ieri sconosciute possono essere addirittura simpatiche, mi ritrovo ora seduto sul terrazzo, appena sfiorato dalla quasi immobile brezza notturna, ad ammirare la luna e a far viaggiare la mente verso luoghi quasi, o del tutto, irraggiungibili, immaginari e non. Il telefono, che nei momenti di attesa mi propone musiche suggestive e raffinate, ha appena squillato annunciandomi la chiamata di Manu, con la cui assistenza ho stilato il positivo bilancio della giornata odierna. Mio padre, sognatore al par mio, se ne sta in piedi sul balcone, con le gambe tra i vasi di mia zia contenenti piante che non imparerò mai a distinguere, sorseggia la sua bevanda e fa roteare il ghiaccio nel bicchiere, provocando un tintinnìo quasi ipnotico, immerso in chissà quali pensieri. Dentro, mio nonno seduto sul divano prorompe di tanto in tanto in una fragorosa risata, che ha più il sapore di un attimo di ilarità ritrovata che di effettiva attenzione verso la pellicola in bianco e nero che scorre davanti ai suoi occhi. Ecco, potete sentirla ora, questa serata, in cui è la luna stessa a fare da regista alle stelle che recitano tremolanti sull’oscuro palcoscenico del cielo di una notte estiva? Vi assicuro, è inebriante…







