Mio Dio, che emozione. Prima di tutto una precisazione, ho sforato di qualche minuto ma sappiate che questo post è dedicato al 31 marzo. Ho aspettato fino all’ultimo per partorire un intervento all’altezza della situazione, tanto che ho tardato troppo. Ma so che verrò perdonato. Dicevamo, 31 marzo: che giorno memorabile. Non posso non farti gli auguri… Eh si, due anni fa iniziava la mia rinascita: quest’oggi, a quest’ora, il mondo sarebbe stato di lì a poche ora il mondo sarebbe stato squassato dalla notizia della scomparsa di uno dei più grandi uomini che la storia abbia mai avuto. Ma per quanto egocentrico possa essere, questo tragico avvenimento non c’entra con la questione: a quest’ora, ero steso in un letto a un centinaio di chilometri da casa mia, in una città che ho da sempre considerato nemica ma che era il mio unico rifugio in quei giorni. Devo dire dopotutto che si è comportata bene: nessun intoppo, ne con me ne con mio padre che mi stava vicino in quei giorni. Tornando a me, ero steso in quel letto, lontano da casa con il solo affetto paterno a proteggermi, e quello di qualche familiare che di la si trovava a passare. Ma la battaglia la stavo vivendo dentro, e per quella nessuno mi aiutava: tre tubi che uscivano dal mio ginocchio destro, la coscia completamente rasata, un disegno con un pennarello verde a indicare che era quello l’arto su cui intervenire (meglio essere sicuri, con il servizio sanitario che ci ritroviamo oggi…), una flebo di antidolorifici e tanti sogni. Il giorno dopo mi avrebbero strappato via quei tubi (una sensazione che raramente dimenticherò), e il giorno dopo avrei cominciato a muovere i miei primi nuovi passi. Le lacrime, ingoiate a stento per non far vedere a mio padre la mia tremenda sofferenza, erano scomparse lasciando la scena alla speranza di poter tornare prima o poi come prima. Col senno di poi, forse 730 notti fa non immaginavo quanto sarebbe diventato importante avere oggi il ginocchio funzionante, seppur con qualche limitazione ma che comunque non limita l’attività della mia vita. Fatto sta che io, 730 notti fa, iniziavo un piccolo, grande nuovo capitolo della mia vita. Tanti auguri a te, ginocchio mio. Avremo tante soddisfazioni insieme, ne sono sicuro. Tanti auguri a te.