Non potevo non fare, non dire qualcosa per te. Non sono potuto esser li, venerdì scorso, perché sono scappato in Sicilia per portare in salvo la mia famiglia; scappato in modo comunque quasi codardo, colpevole di aver lasciato la mia città e miei amici nel momento del bisogno. Tento di porre riparo ora, anche se riparo a ciò che mi e ci aspetta non c’è. Inutile sottolineare quanto speciale tu fossi: sarebbe solo un inutile spreco di parole e pensieri, presi in gran parte in prestito a frasari di consueto abuso in circostanze come queste. So che, nella tua bontà e nel tuo altruismo, continuerai a vegliare su tutti noi che ti abbiamo amato, ti amiamo e ti ameremo tanto. Sapere che resterai unito per sempre al tuo amore, anche lei strappata da questo mondo di sofferenze, un po’ mi consola; dopotutto il nostro dolore non è altro che la consapevolezza di non poter più godere delle tue battute, delle tue risate, del tuo animo solare. Pur se negli ultimi tempi le occasioni per stare insieme si erano ridotte sempre più, sappi che il vuoto che lasci in me è enorme, e continuerà ad allargarsi sempre più ogni secondo che passa. Ma sarà il tuo ricordo a darci la forza di andare avanti, nell’attesa di ricongiungerci tutti alla fine, magari per quell’ultima partita di calcetto che giocheremo in cielo.
Ciao, Francesco.